News da Salerno

mercoledì 29 settembre 2010

Amalfi

Amalfi


Cenni Storici
La tradizione narra che Ercole, amasse una ninfa di nome Amalfi, ma il suo amore ebbe breve vita: ella si spense ed Ercole volle darle sepoltura nel posto più bello del mondo e per immortalarla ne diede il nome alla città che aveva costruito. Per la storia invece fu fondata dopo la morte di Costantino; essa trae le sue origini da famiglie romane che, imbarcate per Costantinopoli, furono travolte dalla tempesta nel golfo di Policastro, vi avrebbero fondato una «Melphes» l'attuale Melfi, poi trasferitisi più a nord, avrebbero preso dimora nel luogo dell'attuale Amalfi, fondandola col nome di «A-Melphes». Nel VI secolo diviene sede vescovile. Fu retta a Repubblica, verso l'850 con due «prefetti» annuali, poi da «giudici », ed infine da «duchi dogi». Le esigenze di difesa e del commercio marittimo, spinsero spesso Amalfi ad allearsi con i saraceni e Ludovico II, contro i bizantini, che volevano ripristinare la sovranità dell'impero d'Oriente. Per tutto il X secolo e l'inizio dell'XI, gli amalfitani ebbero un'espansione commerciale ed una solida prosperità economica. La ricchezza di Amalfi fu tale che Guglielmo Appulo scrisse che nessuna città era più ricca d'oro, di argento e di stoffe di ogni sorta e che vi si incontravano arabi, siculi, africani e persino indiani. Si spiega così la ricchezza delle sue consuetudini marittime, famosa la «Tabula Amalphitana», il codice marittimo più accreditato dell'epoca. Esso regolamentava i rapporti fra padrone di nave e marinai e fra marinai e mercanti. La stessa leggenda di Flavio Gioia, vissuto probabilmente agli inizi del XIV secolo, conferma ad Amalfi il vanto d'aver per prima perfezionato la bussola e fornito materiale delle prime carte nautiche medievali. Dominatrice del mercato delle spezie, dei profumi, della seta e dei tappeti preziosi, nel X secolo coniò il soldo d'oro, il tarì d'oro e d'argento, che erano in circolazione nell'impero greco, in Africa e nei principati longobardi. Queste monete erano simili a quelle musulmane ciò a dimostrazione del fatto che i rapporti commerciali erano molto sviluppati con gli arabi. Lo sviluppo di Amalfi era dovuto in gran parte alla indipendenza di cui godeva; ma la limitatezza del territorio e la debolezza militare rendeva insicura questa indipendenza. Nel 1039 Guaimario V, principe di Salerno, s'impadronì del ducato di Amalfi e stabilì il dominio salernitano sulla città. Pressati dai salernitani, gli amalfitani governati da Sergio IV si rivolsero a Roberto il Guiscardo nel 1073. Salerno capitolò ma gli amalfitani dovettero lasciar occupare la loro città dai Normanni, riavendo la pace a costo della libertà. Nel 1343 una spaventoso maremoto, descritto dal Petrarca, investì la costiera; gran parte dell'abitato andò distrutto (con esso probabilmente anche il palazzo Ducale»), furono sommerse le fortificazioni, i cantieri navali, i magazzini e le attrezzature marittime. Cinque anni dopo, la famosa peste del 1348, descritta dal Boccaccio, completò l'opera di distruzione fra gli uomini. Amalfi e le altre cittadine della costa ritornarono all’economia tradizionale della pesca, dell'artigianato locale e dell'agricoltura. Soltanto sul finire dell'Ottocento l'affermarsi del fenomeno turistico ridiede incremento ad una città che costituisce l'epicentro economico di tutta la costiera che da Amalfi prende il nome.
Distanze chilometriche
da Salerno Km 21, da Napoli Km. 45, da Roma Km. 243
Come si raggiunge
In auto:
da Napoli autostrada Napoli-Salerno uscita Angri (via Valico di Chiunzi) oppure uscita Vietri sul Mare oppure uscita Castellamare di Stabia (via Agerola);
da sud autostrada Salerno-Reggio Calabria uscita Salerno, da Salerno si raggiunge mediante la SS 163
In treno:
Stazione di Salerno km. 21
In autobus:
da Salerno partono ogni ora circa (dalle 6 alle 22.30) gli autobus diretti ad Amalfi, che fermano in tutti i centri abitati ( soc. SITA)
In aereo:
Aeroporto Capodichino di Napoli (km.42) ( www.gesac.it )
In barca:
Porto di Amalfi: il porto è protetto da due moli foranei che ne delimitano l'accesso; all'interno vi sono alcuni pontili per l'attracco. Nel periodo estivo l'ancoraggio, a causa dell'affollamento, può anche essere effettuato su banchine mobili o su gavitelli in porto, dati in concessione a privati.
Cosa visitare
Gli Arsenali della Repubblica, sulla destra dell'ingresso degli Arsenali si apre Porta della Marina, uno degli accessi medioevali alla città. Vicino alla porta c'è la Chiesa di Santa Maria a Piazza o di Porto Salvo, una piccola chiesa barocca. La strada si allarga subito nella Piazza Duomo con al centro la statua di Sant'Andrea, su cui si affacciano piccoli negozi. In posizione decentrata è il Duomo che domina dall'alta scalinata. Lungo la fiancata sinistra del Duomo, si innalza il campanile, quadrato, in stile romanico. Sulla strada principale l'architettura amalfitana si rivela in tutta il suo fascino: la strada è costeggiata sulla sinistra dal Supportico Rua, un cunicolo imbiancato dalla volta a botte che si apre in scalinate e vicoletti che conducono all'interno del paese. Nel tratto finale, la strada si apre in Piazza dello Spirito Santo, su cui si affaccia Palazzo Castriota (XV sec.), appartenuto alla nobile famiglia albanese Castriota Scanderbeg. Sulla piazzetta si trova una fontana con due mascheroni settecenteschi, da cui, risalendo alcune rampe, si apre il piccolo largo su cui si affaccia la Chiesa di Santa Maria Maggiore (fine IX sec.). Se ci si inoltra verso la montagna la strada si restringe, e si imbocca la Valle dei Mulini o delle Ferriere, interessante per la bellezza del paesaggio e per alcuni esempi di archeologia industriale: i resti delle antiche cartiere, di una ferriera e di una vecchia centrale elettrica. Precedono Via delle Cartiere, alcune fabbriche, i resti antico mulino e in una delle cartiere abbandonate, il Museo della carta. Sulla stessa via si trova il piccolo ma interessantissimo Museo della civiltà contadina. Il quartiere Vagliendola è situato nella zona occidentale della città e si estende dalle case a ridosso di Piazza Duomo fino all'albergo dei Cappuccini.
Festa Patronale : S. Andrea
Eventi e manifestazioni
·        Discesa della Stella Cometa dal Monte Tabor (6 gennaio)
·        Festa di San Giuseppe con processione che si ferma alla piazzetta dei Dogi, dove viene acceso un falò (19 marzo)
·        Festa di Sant'Antonio. La statua viene portata in processione dal Convento di San Francesco, fino alla spiaggia di Atrani dove la statua viene imbarcata, con al seguito le barche dei pescatori. Viene portata fino al porto di Amalfi da dove poi torna alla Chiesa di Sant'Antonio (13 giugno)
·        Il 27 giugno si commemora un miracolo compiuto da S.Andrea, nel 1544. Il busto dell'Apostolo, una scultura d'argento del barocco napoletano, detta "o' viecchio", il vecchio, viene portata in processione per le strade della città da uomini vestiti di bianco. Giunta sulla spiaggia, i pescatori la prendono, la portano, salendo di corsa, sulla lunga scalinata del Duomo, e lasciano offerte di pesce fresco. In serata, si tiene uno spettacolo di fuochi d'artificio.
Ogni quattro anni (terza domenica di giugno) si svolge la Regata storica, a turno con le altreRepubbliche marinare (Genova, Pisa e Venezia). Ognuna delle quattro città rievoca un momento saliente della sua storia. Il corteo storico, in costumi medioevali, parte dalla Chiesa di San Salvatore de Birecto ad Atrani, e giunge al piazzale Flavio Gioia, da cui si può assistere alla regata.
La gara si svolge su un percorso di 2000 metri. A Pisa si tiene sulle acque dell'Arno, a Genova e ad Amalfi in mare aperto e a Venezia nella laguna.
A settembre si celebra la sagra del limone della costiera, caratterizzato dalla buccia spessa detta pane, che è un ingrediente base per i dolci e per il limoncello, liquore di antica produzione casalinga, originario di queste zone.
Il Natale è caratterizzato dall'allestimento dei presepi. Vengono collocati anche nelle grotte e nelle fontane. Caratteristico è quello nella Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini, che per l'occasione diviene meta d una processione subacquea.
·        Discesa della stella cometa dal Monte Tabor (24 dicembre)
Spettacolo di fuochi pirotecnici per il nuovo anno e cantata delle nenie (31 dicembre)
·         La notte di Capodanno è animata da gruppi folkloristici ed è illuminata da fuochi d'artificio.
Sindaco Antonio DE LUCA
Prodotti tipici
Il limoncello, i limoni , la carta (Museo della Carta a mano di Amalfi costituito da un'antica cartiera e da una biblioteca con circa 3.000 testi sulle origini della carta.

giovedì 23 settembre 2010

Paestum

Capaccio e Paestum

Cenni Storici
Le origini di Capaccio si perdono nella notte dei tempi: l’antica Capaccio, Caput aquis, sorgeva ai piedi del monte Cathena o Calpazio, nei luoghi dove Crasso vinse l'armata ribelle di Spartaco, e di essa ne parla già Plutarco. Un antico documento, databile 1051, riferisce di un nuovo centro abitato, Capaccio nuova, sorto ad est del monte Calpazio. Dal 1230 il castello di Capaccio fu sotto la diretta di dipendenza imperiale. Capaccio passò poi sotto il controllo dei Sanseverino, che parteciparono alla nota congiura contro Federico II meritando anche l'assedio di Capaccio che, dopo quattro mesi, fu espugnata. Nel 1578 il feudo di Capaccio fu venduto a Cesare d’Avalos d’Aragona che, nel 1594, vendette Capaccio ed Altavilla a Nicola Grimaldi, dei principi di Monaco. A partire dal 1636, il feudo passò alla famiglia Doria, sotto il cui dominio rimase fino all’abolizione della feudalità. Di pari complessità è anche la storia di Paestum, la principale frazione di Capaccio che si presenta con un assetto urbanistico sufficientemente autonomo. La città fu fondata con il nome di Poseidonia sul finire del VII secolo a.C. da coloni greci di Sibari e, grazie alla sue intense attività commerciali, presto raggiunse grande floridezza, come attestato dal notevole patrimonio archeologico. Verso il 400 a.C. Paestum venne conquistata dai Lucani e poi nel 273 divenne colonia romana con il nome di Paestum. Passata sotto l'egida di Roma, la città si abbellì ulteriormente, furono edificati altri edifici, come le terme, il portico del Foro, l'anfiteatro, conservando la sua importanza commerciale fino al tardo Impero. Nell'alto Medioevo iniziò la decadenza a causa delle alluvioni e della malaria e nel IX secolo, sotto le incursioni dei Saraceni, venne abbandonata dai pochi abitanti: fino al '700 il grande centro rimase nascosto e dimenticato tra boscaglie e paludi.
Distanze chilometriche
da Salerno 45 km, da Napoli 104 km, da Roma 315 km
Come si raggiunge
In auto:
dista circa 20 Km l'Autostrada A3, con uscita al casello di Battipaglia. Inoltre è raggiungibile mediante la Strada Statale n.18 fino a Capaccio Scalo ed infine mediante la Strada Provinciale n.13.
In treno:
La stazione più vicina è quella di Paestum, sulla linea Roma-Reggio Calabria.
In autobus:
Autolinee private collegano il paese con Salerno e Napoli
In aereo:
Aeroporto di Capodichino (Napoli)
Cosa visitare
Parco Archeologico di Paestum. Protetti da 5 km di cinta muraria pentagonale, si ergono gli imponenti templi dorici, risalenti al VI e V sec. a.C.: la Basilica di Hera; il tempio di Nettuno o Poseidon e il tempio di Cerere. La Basilica è il più antico dei templi di Paestum: si alza solenne, con le colonne doriche del porticato, orientato a est. L'esempio più classico e perfetto del tempio dorico del mondo greco è il Tempio di Nettuno. All'estremità settentrionale della zona sacra sorge il Tempio di Cerere, dedicato ad Athena. Gli scavi riguardano una vasta area della città con altri grandiosi edifici come le terme, il portico del foro, l'anfiteatro.
Museo Archeologico Nazionale
Il museo raccoglie impareggiabili reperti provenienti dalla città e dal territorio di Poseidonia-Paestum: dalle suppellettili preistoriche ai corredi funerari, dai resti architettonici e scultorei alle terrecotte e a tutto il materiale rinvenuto negli scavi. Una parte del museo è dedicata alle sculture del santuario di Hera, come il famoso ciclo di metope dell'Heraion di Foce Sele, che costituivano il fregio del Thesauros. Da ammirare sono una statua seduta di Zeus (VI sec. a.C.), un grande busto fittile femminile, privo di testa, della fine del VI sec. a.C., anfore e hydrie in bronzo della metà del VI sec. a.C. Di straordinario interesse sono le lastre dipinte provenienti da alcune delle oltre 120 tombe finora rinvenute, tra cui la più celebre è decisamente la tomba dipinta del tuffatore del 480 a.C., ed il ciclo delle tombe dipinte di epoca lucana.
Festa Patronale
San Vito, 15 giugno
Eventi e manifestazioni
Carnevale capaccese, Festa del Carciofo, Spettacoli teatrali, musicali e di danza nel periodo estivo nella Zona Archeologica di Paestum
Sindaco Pasquale MARINO
Prodotti tipici Carciofo e fragola.

martedì 21 settembre 2010

Alcuni commenti dei nostri AMICI

Ciao sono Roberto, nato a Vallo della Lucania, scrivo per il blog nodoingola.blogspot.com
Spero di rimanere in contatto con voi!

Auguri per l'iniziativa! Emilio

Ottima iniziativa, ciao Marietherese

Sono un fan, da ragazzo e io mi midesimo ne racconto della valigia io andai a Milano il 1974 e poi son venuto in Venezuela ma la mia è una storia lunga. 
Grazie, molto gentili!
Auguri per tutto ciò che fai un abraccio affettuoso,
Pascualino da Caracas Venezuela.

Un bacio da Cork, Irlanda e vi auguro tanto divertimento per domani salernitani (festa di San Matteo)!
Germana

Sono felicissima di potere vedere un'altra volta le città dove ho vissuto per 12 anni!
Maria Giuseppa da San Paolo

sabato 18 settembre 2010

Maiori

Maiori, l’originaria Reghinna "Major"

Cenni Storici
Sulla sua origine sono state formulate diverse ipotesi: secondo Strabone e Plinio, Maiori sarebbe stata fondata dal condottiero etrusco Reghinna, che diede nome al torrente e alla città. Altri autori, invece, vorrebbero far risalire il nome alla dea Maia, madre di Mercurio. La fondazione di Maiori viene attribuita da alcuni studiosi agli Etruschi presenti nella zona fin dal VII sec. a. C.. Altri fanno risalire l'origine al periodo greco del IV sec a.C. Maiori, dopo la caduta dell'Impero Romano, fu distrutta e saccheggiata nell'839 dai longobardi e gli abitanti tratti schiavi in Salerno. Riottenuta la libertà nell'842, gli abitanti ricostruirono la città, ampliando le fortificazioni e costruendo un grande castello di rifugio. Centro nevralgico dei traffici commerciali della Repubblica Amalfitana, nata nel Dicembre 839. Divenne ricca ed opulenta, quindi spesso vittima di scorrerie e saccheggi. Fu poi sottomessa dai Normanni e, nel 1135, i Pisani, misero a ferro e a fuoco tutta la costa trafugando tesori pregevoli. Nel 1138 Ruggiero riconquistò gli stati perduti, e fondò il Regno di Napoli, annettendo le terre dello stato amalfitano. Queste passarono, quindi dagli Svevi (1197) agli Angioini (1266), agli Aragonesi (1342). Nel 1528, gli Angioini e gli Spagnoli si scontrarono in una terribile battaglia al largo di Capo D'Orso, durante la quale la Spagna perse oltre mille uomini. La potenza spagnola ne uscì comunque vittoriosa inaugurando la sua secolare dominazione. Nel 1735 e nel 1773 si abbatterono sulla città violentissime alluvioni. Il 25 ottobre 1954 una immane alluvione colpì la Costiera Amalfitana: a Maiori il Reginna straripa inondando e spazzando via gran parte del centro cittadino e con esso la parte più antica di Maiori.
Distanze chilometriche
da Salerno 20 km , da Napoli 66 km , da Roma 280 km
Come si raggiunge
In auto:
Autostrada A3 direzione Reggio Calabria, uscita Vietri S.M. poi circa 15 Km SS 163
Autostrada Napoli, Salerno, Reggio Calabria uscita Angri, via Valico di Chiunzi
Autostrada A30 uscita Salerno poi circa 16 Km lungo la SS 163
Autostrada A3 direzione Napoli uscita Salerno, poi circa 16 Km lungo la SS 163
In treno:
Stazione di Salerno (www.trenitalia.it)
In autobus:
Autolinee della Soc. SITA linea Salerno-Amalfi
In aereo:
Aeroporto Napoli Capodichino (www.gesac.it)
Cosa visitare Collegiata di S. Maria a Mare Sorge sul monte Torina, sui resti della Rocca di S. Angelo distrutta dai Pisani nel 1137. Castello di S. Nicola de Thoro-Plano  La rocca, che sormonta la città di Maiori, fu eretta, sulla collina del Ponticchio, nel IX sec. a salvaguardia dalle scorrerie longobarde. Santuario dell'Avvocata Situato a circa 900 m d'altitudine si erge sui ruderi dell'antica chiesa e sulla piccola cappella dentro la grotta, con il grande campanile grigio, la sua origine risale ai primi del '500.
Festa Patronale -Madonna dell'Assunta,
Sindaco Antonio DELLA PIETRA

mercoledì 15 settembre 2010

ASCEA

Cenni Storici
Gli antichi Focei scelsero la costa eleatica per fondare la loro colonia. Le colline degradanti verso il mare si prestavano all’insediamento di agricoltori che ne apprezzarono il clima mite. Inoltre gli abitanti del luogo, gli Enotri, coltivatori della vite, trovarono molte affinità con i Focei. Elea, poi Velia per i romani ed oggi Ascea è un centro balneare e turistico. A Velia nacque e fiorì, al principio del V secolo a.C., ad opera di Parmenide, il suo più grande teorico e rappresentante, la Scuola Eleatica, gruppo filosofico pre-socratico, dei suoi discepoli Zenone e Melisso di Samo. La Scuola Eleatica ebbe grande influenza sulle altre correnti filosofiche che seguirono - tra queste l'atomismo e la scuola socratica - e ancora oggi informa gran parte del pensiero contemporaneo; alla sua base vi era la ricerca di un Essere che avesse le caratteristiche di unico, eterno e immutabile e che fosse in contrasto con l'illusorio mondo dei sensi.
Distanze chilometriche da Salerno Km 78, da Napoli Km 134, da Roma Km 321
Come si raggiunge
In auto:
L'autostrada più vicina è la A3 - Salerno Reggio Calabria. Dall'uscita di Battipaglia è possibile raggiungere Ascea percorrendo la variante alla statale 18.
In treno:
La stazione ferroviaria di Ascea è sulla tratta Napoli – Reggio Calabria.
In aereo:
L'aeroporto di Napoli Capodichino è distante circa 150 Km.
In barca:
Il porto turistico di Casal Velino è a 4 Km.
Cosa visitare
Sito archeologico di Elea - Velia, borghi medievali, palazzi baronali, vicoli del centro storico e la torre Saracena
Eventi e manifestazioni In agosto la Sagra degli antichi sapori
Sindaco Mario RIZZO
Prodotti tipici -Olio, fichi, fagioli, castagne e miele
Link www.asceaturismo.it; www.fondazionealario.it

Ascea: mare e cultura

lunedì 13 settembre 2010

Visita del Capo dello Stato a Salerno e Giffoni Valle Piana

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà in visita martedì 14 e mercoledì 15 settembre a Salerno e alla sua provincia. Densa di appuntamenti l'agenda del Capo dello Stato arriverà a Salerno in treno nella tarda mattinata di martedì. Al Teatro Augusteo e' previsto l'incontro istituzionale con i rappresentanti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Nel pomeriggio, il Presidente della Repubblica visiterà la galleria di arte moderna 'Il Catalogo' per una rievocazione del poeta Alfonso Gatto. In serata, il Capo dello Stato assisterà al Teatro Verdi al concerto "Zukerman Chamberplayers". Infine, mercoledì Napolitano raggiungerà Giffoni Valle Piana, ospite del "Giffoni Film Festival", la rassegna cinematografica per ragazzi che celebra in questa edizione i 40 anni di attività.

Il Presidente della Repubblica a Salerno

giovedì 9 settembre 2010

Padula, la Certosa

Padula e la sua splendida Certosa

Cenni Storici - L'origine del paese si fa risalire al IX-X secolo d.C. quando gli abitanti di Cosilinum, cessata la furia demolitrice dei Saraceni, preferirono sistemarsi sulla collina meno elevata e più prossima ai collegamenti della via consolare, dove ancora sorge Padula. Le notizie storiche disponibili confermano l'esistenza di Padula dopo l'anno mille. Alla nascita di Padula, e al suo forte sviluppo anche culturale, certamente non furono estranei i monaci Basiliani. Insediamento medievale nella Lucania Bizantina, Padula ha occupato un posto preminente nella cultura locale dell'Alto e Basso Medioevo, diventando, nel 1296, feudo dei Sanseverino nella figura di Tommaso II, la cui attenzione fu poi attratta dal sito in cui sorgeva la Grancia di San Lorenzo dell'Abate di Montevergine. Nel 1305 Tommaso II ottenne, per permuta con l'Abate Guglielmo, tutti i beni della Grancia e li donò ai Certosini di San Brunone. Con l'atto stipulato il 28 Gennaio 1306 fu dato inizio ai lavori di edificazione del primo nucleo della Certosa, che nei secoli assunse le grandiose dimensioni che ancora oggi è possibile osservare. La storia della città scorre nei secoli successivi parallelamente a quella della Certosa. Nel periodo risorgimentale, sebbene madre di molti spiriti liberali, Padula conobbe la tragica fine dei Trecento seguaci di Carlo Pisacane.
Distanze chilometriche
da Salerno 111 km , da Napoli 163 km , da Roma 373 km
Come si raggiunge
In auto
Autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria, uscita di Padula-Buonabitacolo: si prosegue poi lungo la Strada Statale n.19, a 3 km dal bivio di Padula Scalo
In autobus
Autobus di autolinee private collegano Padula con Sala Consilina, Salerno e Napoli.
In aereo:
Napoli Capodichino (www.gesac.it)
Cosa visitare
Certosa di S. Lorenzo, fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino è uno dei più importanti monumenti dell'Italia Meridionale e la più grande Certosa d'Europa. La Certosa ha conservato solo a tratti il suo primitivo aspetto trecentesco, modificato nel corso dei secoli e specialmente durante il secolo XVIII in cui assunse l'attuale configurazione. Di stile prevalentemente barocco, la sua facciata è adornata dalle statue dei Santi Lorenzo, Brunone, Pietro e Paolo.
Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale
Situato all'interno della Certosa di Padula, accoglie un'ampia documentazione dalla protostoria all'epoca romana, del Vallo di Diano.
Festa Patronale -29 settembre
Eventi e manifestazioni-Madonna di Monte Romito (I domenica di maggio e III domenica di settembre) · Crocifisso (III domenica di settembre) · Sagra della bistecca (II settimana di agosto) · Sagra della trota (ultima settimana di agosto) · Luci della ribalta (periodo estivo) · Premio giornalistico Certosa di Padula (periodo estivo) · Corsi internazionali di Perfezionamento Musicale (settembre)
Sindaco Giovanni ALLIEGRO

martedì 7 settembre 2010

Emigrazione salernitana

L'emigrazione salernitana nella sua articolazione geografica e socio-economica rappresenta una grande risorsa poiché i salernitani con la propria operosità contribuiscono a produrre ricchezza nel Paese dove sviluppano il progetto migratorio e, se motivati, anche nel paese d’origine. È  questa "doppia appartenenza" che si intende valorizzare al meglio delle possibilità, in quanto si tratta di cittadini in grado di operare simultaneamente (in maniera diretta o tramite legami familiari e di amicizia) all'interno di questi spazi migratori e possono configurarsi come gli "ambasciatori" ed i "diffusori" della cultura originaria.
Si intendono rafforzare i legami tra i due territori quello di provenienza e quello di residenza al fine di favorire lo sviluppo del cosiddetto “turismo di ritorno” e promuovere la “filiera agroalimentare”.
Lo sviluppo delle relazioni ed i conseguenti scambi sociali e culturali tra i salernitani residenti all’estero e quelli che risiedono  nei paesi d’origine, contribuiscono alla crescita delle attività economiche, del reddito e dell’occupazione.
Le nostre comunità all’estero sono il punto di forza per la cooperazione e gli scambi con gli operatori che agiscono nel sistema salernitano, tenendo presenti le novità che emergono nell’imprenditoria giovanile, cooperativa e di impianto sociale. Infatti, le nostre comunità all'estero costituiscono una vera e propria rete di "comunità d'affari" ("business community") diffuse in tutti i continenti. Occupano posizioni importanti nel mondo degli affari del Paese di insediamento e rappresentano una "risorsa strategica" soprattutto per il sistema delle piccole e medie imprese italiane per le quali possono fungere da ponte fra sistema locale e mercato globale. Le "comunità d'affare" costituiscono infatti una rete italiana nel mondo degli affari, una "network society" nella quale l'italianità è un fattore di aggregazione e di riconoscimento. Rappresentano “èlites” locali con una forte apertura internazionale. Sono in grado di interpretare i valori del radicamento e nello stesso tempo della globalizzazione. A differenza di altre grandi comunità esistenti nel mondo le comunità italiane non hanno nella loro origine la conquista coloniale, non sono nate come "comunità di dominio". La loro radice non è nel potere, ma nel lavoro e nell'imprenditorialità. Le "comunità d'affari" si sono sviluppate secondo un modello di "network". Questo modello è di grande attualità nell'epoca di Internet. Il "business" è stato efficace strumento per veicolare i valori ed i saperi propri della cultura italiana. Così ha preso forma un universo definito " mondo in italiano ", il cui collante non è riconducibile solo alla lingua, al territorio ed al possesso del passaporto. E' una sintesi di interessi, valori, culture e di esperienze rappresentata da quell’insieme di persone che vive stabilmente fuori dai confini italiani e che considera, anche inconsapevolmente, il modo di essere all'italiana un elemento di aggregazione.

lunedì 6 settembre 2010

Assassinato il Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo


Tra i tanti ricordi ci è piaciuto quello del giudice antimafia Raffaele Marino

"Quel sindaco ha pagato per la sua onestà"

Raffaele Marino era amico del sindaco assassinato. Apre il cassetto dei ricordi e va oltre, puntando l'indice contro la camorra per l'eliminazione di un paladino della legalità. Il magistrato racconta come Vassallo riqualificò il centro storico e rilanciò la località turistica




"Vassallo è stato un sindaco che è riuscito a coniugare una tradizione antica, quella marinara e contadina del Cilento, con la modernità ed è ruiuscito a farlo trasformando Acciaroli e le altre frazioni montane in luoghi di tradizione e di cultura, è stato una persona fondamentale: con lui Acciaroli ha cambiato faccia, diventando di fatto uno dei luoghi di villeggiatura più imporanti del Sud".

venerdì 3 settembre 2010

Cava dei Tirreni: i portici

Cava dei Tirreni

Cenni Storici
La valle fu abitata in epoca romana: lo testimoniano i ritrovamenti di reperti di epoca imperiale. Agli inizi dell'XI secolo alle falde del Monte Finestra si riunì un primo nucleo di monaci ed ebbe così origine l'Abbazia benedettina della SS. Trinità. Nel 1394 il papa Bonifacio IX eresse Cava a Città e affidò la nuova diocesi a un vescovo che sarebbe stato anche abate. Solo nel 1513 Cava ottenne l'episcopato autonomo. Gli architetti e gli ingegneri cavesi lavoravano alle principali opere pubbliche e private nel Meridione d'Italia ed oltre. Gran parte della popolazione viveva nei casali, a volte difficilmente raggiungibili, estendendosi allora il territorio fino a Cetara. Le famiglie più facoltose cominciarono ad edificare al Borgo i loro palazzi, il commerciante e l'artigiano cominciarono a trovare opportuno costruire un'abitazione sulla bottega, che si arricchiva del portico avanti, a protezione delle merci. Nella lotta tra Angioini e Aragonesi, Cava prese decisamente posizione a favore di questi ultimi, tanto da meritare il titolo di fedelissima. Nel 1799 Cava mantenne fede al suo titolo di fedelissima schierandosi contro la Rivoluzione Napoletana e affrontando le milizie francesi: questa posizione costò molto alla città, che dovette subire uccisioni, saccheggi, inaudite violenze. Nel corso dell'Ottocento la floridezza della città fu colpita da una profonda crisi, in quanto la produzione tessile, che fino ad allora era stata uno dei cardini dell'economia cavese, fu messa in ginocchio dall'introduzione delle "macchine". Tra la fine dell'Ottocento e il principio del Novecento Cava, che già nel passato era stata meta di illustri visitatori, vide consolidata la sua fama di centro di villeggiatura, attirando per la bellezza del paesaggio e per la salubrità del clima. Nel 1943 anche Cava conobbe l'orrore dei bombardamenti, vide le sue strade attraversate dai carri armati e vari ponti distrutti, visse momenti di tragedia e di sangue. Circa seimila civili trovarono rifugio nell'Abbazia benedettina e si temette per la vita dell'Abate e del Vescovo di Cava, tratti in arresto dai tedeschi. Nell'immediato dopoguerra, rifulse, dopo tanto orrore, la figura di Mamma Lucia, un'umile straordinaria donna, che, dedicandosi con materna pietà alla ricerca delle salme dei Caduti rimaste insepolte, contribuì in modo notevole alla pace e alla riconciliazione fra i popoli.
Distanze chilometriche
da Salerno 12 km, da Napoli 46 km , da Roma 261 km
Come si raggiunge
In auto 
Autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno uscita di Cava dei Tirreni.
In autobus 
Autobus di autolinee private e pubbliche garantiscono frequenti collegamenti con Salerno, Napoli e la Costiera amalfitana. 
In treno: 
La stazione ferroviaria di Cava dei Tirreni garantisce i collegamenti con Salerno e Napoli. (www.trenitalia.it)
In aereo: 
Napoli Capodichino (www.gesac.it)
Cosa visitare
L'Epitaffio, monumento in granito: fatto costruire da Filippo III Re di Spagna nel 1608.
Al Largo Comizi si possono ammirare le splendide architetture pre-barocche di S.Giovanni e dalla Chiesa del Purgatorio.
Il quattrocentesco Borgo Scacciaventi, con i suoi antichi palazzi dai portali in pietra scolpita e con le corti dalle evidenti tracce di architettura aragonese. 
La cinquecentesca Chiesa della Madonna dell'Olmo e la Torre campanaria.
La Badia della Santissima Trinità, monumento nazionale, vero condensato di storia, cultura e di opere d'arte.
Museo della Badia, collocato all'interno della Badia di Cava, fondata da S. Alfiero, che ne edificò il nucleo originario a partire dall'anno 1011.
Festa Patronale
Santa Maria Incoronata dell'Olmo, 8 settembre
Eventi e manifestazioni
La Pergamena Bianca. Il 7 luglio del 1460 ottocento armati cavesi accorsero spontaneamente in aiuto del Re Ferdinando I d'Aragona, salvandolo dall' assedio delle truppe angioine. In cambio ottennero una pergamena in bianco con il sigillo e la firma del re aragonese. I Trombonieri o Pistonieri. Notizie, dati e caratteristiche dei Trombonieri dei Casali e dei Distretti de la Cava. La sagra di Montecastello ed il miracolo della peste del 1656 "Fin dall'anno 1657, che la città celebra nella ottava del "Corpus Domini".
Sindaco
Marco GALDI
Prodotti tipici
Tabacco, prodotti ortofrutticoli e la ceramica.

mercoledì 1 settembre 2010

Agropoli, una delle perle del Cilento

In viaggio nella nostra provincia, oggi : AGROPOLI

Cenni Storici
Il toponimo di Agropoli ha origini dal greco-bizantino Akròpolis che significa città alta, posta in alto, dal greco àkros, alto, sommo, e pòlis, città. La scoperta di frammenti preistorici che appartengono rispettivamente ai periodi neolitico del bronzo e prima età del ferro, fa ipotizzare la presenza di popolazioni indigene dedite alla caccia ed alla pesca prima della venuta dei Greci. Prima e dopo la fondazione di Posidonia i greci utilizzarono la baia naturale, ad est del promontorio, alla foce del fiume Testene (anticamente chiamato Foce) per i loro traffici con le popolazioni dei territori vicini. Chiamarono il promontorio Petra, vocabolo greco, ed alla sua sommità costruirono un tempio dedicato a Diana, dea della caccia. In età romana, tra il I sec A. C. ed il V secolo D.C., ad oriente ed a destra del fiume Foce, sorse un borgo marittimo, Ercula, in quanto il porto della vicina Posidonia aveva subito un progressivo processo di insabbiamento a causa di un bradisismo litoraneo. Con la caduta dell'impero romano, orde di vandali, provenienti dall'Africa, travolsero quei territori durante le loro incursioni nelle pianure dell'Italia meridionale. Gli abitanti di Ercula, per sfuggire a tali azioni devastatrici, si rifugiarono sul promontorio perché offriva loro maggiore protezione. Alla sommità del promontorio edificarono una Chiesa dedicandola ai SS Apostoli Pietro e Paolo sia per la leggenda che narrava dell'approdo di S. Paolo in questi luoghi, sia per la figura emblematica dell'altro Apostolo, S Pietro, il Pescatore.
Distanze chilometriche
da Salerno Km.54, da Napoli Km.105, da Roma Km.320
Come si raggiunge
In auto 
Autostrada Napoli-Salerno-Reggio Calabria, uscita di Battipaglia, SS 18 (Km 33)
In autobus:
Autobus di Autolinee private collegano Agropoli a Napoli e Salerno. 
In treno:
Stazione ferroviaria di Agropoli ( www.trenitalia.it )
In aereo:
Aeroporto Capodichino (km.110) ( www.gesac.it )
In barca:
Agropoli Porto turistico IV classe
Cosa visitare
Il centro storico di Agropoli sorge su un promontorio che domina l'intera città.
Di particolare interesse: la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo edificata nel XVIII sec. ma su fabbrica paleocristiana, la Chiesa di S. Maria di Costantinopoli del XVIII sec., il Castello, in buono stato di conservazione, il cui primo impianto è di fattura bizantina risalente al secolo VI d.c.. 
Il borgo è circondato da mura medievali ed è integra, la porta di accesso al centro antico del XVI sec. Fra i palazzi gentilizi, quello della famiglia Mainenti, conserva in ottimo stato la torre e l'oratorio, la cui costruzione avvenne fra il XVI ed il XVIII sec. Il borgo, nel periodo natalizio, diventa scenario del "Presepe Vivente", una tradizione che coinvolge tutti i residenti nella Sacra Rappresentazione, attirando migliaia di visitatori
Festa Patronale
Santi Pietro e Paolo (29 Giugno)
Eventi e manifestazioni
Carnevale Agropolese, Torneo internazionale di calcio giovanile città di Agropoli (Settimana di Pasqua), Presepe vivente nel borgo medioevale, Capodanno in piazza.
Sindaco
Franco ALFIERI
Prodotti tipici
Olio, vino e fichi